venerdì 21 marzo 2008

Siamo i soli responsabili per ciò che è stato?

Eccovi un altro dei tanti modi che usiamo per rovinarci la vita. Oggi parliamo della curiosa tendenza al determinismo. Gli psicologi ci hanno chiaramente mostrato che il determinismo è il modo “principe” di spiegare (a posteriori) le cose che sono capitate. Dopo che un evento è capitato, siamo tutti più inclini a ritenere normale, giusto, ovvio – praticamente quasi obbligato - quello che è successo. Se tra un mese avrà vinto Veltroni (o Berlusconi), ci sembrerà che le cose erano già ben chiare prima che ci fossero le elezioni: gli indizi c’erano tutti, magari non li avevamo ben messi in ordine, ma era chiaro. Ci sembra quasi che le cose non avrebbero potuto andare diversamente.

Questa tendenza ha un aspetto negativo piuttosto insidioso. È l’aspetto del controllo e della responsabilizzazione (con relativa colpevolizzazione). Per le elezioni, passi. Ma se pensiamo ad un evento della nostra vita personale che ha avuto un esito negativo, tendiamo a sentirci colpevoli e responsabili di quello che è successo. Avremmo potuto prevederlo ed evitarlo, non lo abbiamo fatto: siamo citrulli. Sembra un sillogismo (una linearità logica) perfetto: la dimostrazione che siamo davvero storti (o stolti). Tranquilli, non è così (non sempre almeno ;-)

Si tratta di nuovo di una informazione sbagliata o meglio un modo sbagliato di leggere i dati. Anche se forse ci piacerebbe (ma davvero ci piacerebbe?) sapere che le cose per forza devono andare in un certo modo, in realtà, il senno di poi è determinista per un desiderio (ingenuo e tenero) di poter controllare ciò che non è controllabile: il mondo e gli eventi della vita. Guardando al passato vediamo una linea retta: quella che unisce tutti e solo gli eventi che sono capitati. Il presente, e soprattutto il futuro, invece, non hanno linee rette, ma un’infinità di punti e di linee a zig-zag: una serie di possibilità, di cui solo una o alcune si attueranno.

Siamo un po’ più clementi con noi stessi, quando pensiamo al nostro passato. E’ definitivo e certo solo perché ha esaurito la trasformazione da potenza in atto (direbbe Aristotele), ma questo non deve farci dimenticare che di possibilità ce n’erano tante e noi non abbiamo la responsabilità esclusiva di come sono andate le cose. Dedichiamo piuttosto le energie in maniera più proficua per vivere il presente: è più utile ed infinitamente più piacevole!

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