domenica 2 marzo 2008

Adolescenti e violenza: come cambia la percezione sociale del comportamento giovanile

I mass media sempre più spesso riportano notizie che hanno per protagonisti adolescenti e giovani autori di reati che turbano l’opinione pubblica, per l’allarme sociale che può generare la consapevolezza di avere in evoluzione una generazione piena di contraddizioni, rabbia, apparente mancanza di valori, che usa la violenza come risoluzione di situazioni fra loro estremamente eterogenee. L’ultimo caso di bullismo in un Istituto Salesiano di Torino, ha causato il ricovero in ospedale di un giovane di 15 anni, operato di asportazione della milza , spappolata durante un “gioco” con un compagno di scuola cultore di arti marziali.
Riflettere sul comportamento aggressivo e sui reati egli adolescenti è importante perché la rappresentazione sociale di questi comportamenti comporta una risposta educativa, psicoterapeutica e nei casi specifici, penale.
Dal punto di vista dell’adolescente trasgressivo, la risposta ricevuta di fronte al proprio comportamento può costituire sia un fattore di rischio sia un fattore di protezione, poiché ha un importante effetto di “etichettamento” sociale e di definizione della sua identità.
I reati minorili più clamorosi tendono spesso ad essere generalizzati e attribuiti alla condizione di adolescente, che diventa una sorta di imputato collettivo, molto più facilmente oggetto di proiezioni di quanta non accada per reati, altrettanto gravi, commessi dagli adulti.
Un omicidio commesso da un adolescente porta da interrogarsi sulla condizione universale di adolescente, più di quanto non accada per un omicidio commesso da un adulto, per il quale più facilmente si riconosce importanza alla psicopatologia individuale o all’appartenenza a gruppi criminali. Proprio per questo nell’adolescente autore di reato è importante capire e distinguere, nelle motivazioni che ne possono essere alla base, tra la trasgressività adolescenziale e l’antisocialità, tra la criminalità e la follia.
Il più evidente effetto di cambiamento nella percezione sociale della violenza messa in atto dagli adolescenti è dovuto all’effetto di distorsione a carico della rappresentazione dei mass media, che per loro natura tendono a prestare più attenzione agli eventi eccezionali, rendendoli nello stesso tempo emblematici.
Questa rappresentazione crea facilmente allarme sociale, contribuendo a sua volta a determinare la percezione del valore trasgressivo di alcuni comportamenti, che possono determinare fenomeni di emulazione, e che finisce per determinare l’andamento delle denunce.
L’idea che i reati commessi dagli adolescenti , soprattutto quelli violenti siano in aumento è diffusa, ma non convalidata dall’analisi dei dati, che rivelano come la maggior parte dei reati degli adolescenti siano i furti,mentre i crimini violenti sono meno del 10% ( Maggiolini, 2003).
L’antisocialità minorile è soprattutto appropriativa, più che aggressiva e violenta.

I motivi che sono alla base di questi comportamenti sono oggetto di numerosi studi che saranno illustrati in ulteriori approfondimenti sul tema.

Fonte: Alfio Maggiolini, Adolescenti antisociali, in Fare male Farsi male, Adolescenti che aggrediscono il mondo e se stessi , a cura di Elena Rosci, FrancoAngeli, 2003

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