martedì 4 marzo 2008

le infermiere cambiano: da oggetto del desiderio a seduttrici

Dalla cronaca del 4 marzo: in Gran Bretagna un sondaggio della rivista Nursing Times rivela che una infermiera su dieci ritiene non ci sia nulla di sbagliato a sedurre un paziente.
La notizia ha fatto scalpore oltre la Manica, ma nel nostro Paese, qual è il significato nell’immaginario collettivo sulla figura professionale dell’infermiera?
In Italia oltre 350000 infermieri iscritti agli albi professionali di categoria potrebbero interrogarsi su quale sia la percezione della loro immagine sociale nella collettività; nel 2002 un convegno a Milano tentò una ricognizione nella cinematografia mondiale a confronto con quella italiana e i risultati furono in linea con quanto dopo oltre sei anni continua a resistere: l’infermiera sexy ha ancora appeal, il turbamento erotico offusca l’alone di professionalità che la categoria a fatica sta cercando di rendere tangibile con corsi di laurea che certifichino le competenze.
Il discredito che getta una notizia simile sulla moralità di una categoria professionale è difficile da controbilanciare perché si ancora su stereotipi consolidati da decenni nel costume italiano, rinforzati da tutto il filone del cinema sexy degli anni 70’.
Titoli come “L’infermiera di notte” “L'infermiera nella corsia dei militari” sono evocativi di un’epoca della società del nostro Paese che credevamo definitivamente finita.
Vorrei sentire la voce delle infermiere italiane e dei loro colleghi, sempre più numerosi, per capire se il ritorno al passato colpisca anche l’immagine che hanno di se stessi, perché il presupposto di un cambiamento di stereotipo (difficilissimo) avviene soltanto se è interiorizzato dai diretti interessati prima che nel contesto culturale di appartenenza.

Nessun commento: