lunedì 17 marzo 2008

Dobbiamo appropriarci vastamente dell'esistenza, in ogni modo.

Dobbiamo appropriarci vastamente dell’esistenza, in ogni modo. Tutto, anche l’inusitato, deve esserci possibile. Questo è in fondo l’unico ardimento che ci viene richiesto: avere coraggio per ciò che è più strano, più inspiegabile. R.M. Rilke

Il coraggio è un tema di cui si discute raramente, sembra una rimembranza di tempi lontani in cui era un valore tra i più stimati, insieme all'onore e alla fedeltà. Eppure il coraggio è qualcosa che serve, nella vita di tutti, ogni giorno. Il coraggio di andare avanti, di accettare i propri sbagli, di cambiare quello che non funziona, di sfidare la sorte. Il coraggio di essere se stessi.

Sembra che, tramontato il primato valoriale del coraggio, anche la nostra vita sia cambiata. Rilke ci parla del coraggio di investigare ciò che è più strano ed inspiegabile, di andare oltre i confini del noto per esplorare nuovi mondi, dentro e fuori di noi. Nella vita caotica e frenetica che conduciamo tutti noi, ogni giorno, mi chiedo chi si ricorda di farlo. Alzarsi la mattina alle sette o anche prima, salire su mezzi sempre più pieni, correre in ufficio, mangiare un panino al volo, ritornare al lavoro cercando di ignorare la sonnolenza e tentando di accelerare con il pensiero la corsa dell’orologio. E poi di nuovo mezzi, casa, mangiare, dormire… per fortuna non è sempre così, né per tutti. Ma quando, in questo modo di vivere così routinario, ci ricordiamo che la vita potrebbe essere qualcosa di diverso. In fondo viviamo in un mondo privilegiato, abbiamo la possibilità di scegliere. Ma scegliere richiede coraggio. Ed è quello che, forse, ci è stato tolto o ci siamo fatti togliere, orpello inutile in tempi in cui è meglio correre, senza chiedersi perché o per come.

Ma io condivido il pensiero di Rilke. L’unico ardimento che ci viene richiesto è di avere ardimento. Come dire: l’unico modo di vivere è vivere. Ma farlo davvero.

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