giovedì 28 febbraio 2008

Culture lente culture veloci

Ancora a proposito di cronobiologia, osserviamo l’evidenza che i ritmi circadiani sono influenzati non soltanto dagli orologi interni e dalle basi genetiche, ma presentano anche rilevanti variazioni connesse con i fattori ambientali e socioculturali. In questo ambito si distinguono le culture veloci da quelle lente.
Le culture veloci sono caratterizzate da un alto grado di industrializzazione, dal benessere economico, da condizioni climatiche fredde, dall’orientamento all’individualismo e al successo e da un’elevata densità di popolazione. Esse hanno una prospettiva temporale orientata al futuro, qualificata dalla pianificazione di un traguardo a medio e a lungo termine.
In questo tipo di società i vincoli temporali sono forti e orientano ad organizzare le attività secondo un orario che consente di realizzare un’attività per volta. In esse domina la concezione che equipara il tempo al denaro, spingendo l’accelerazione dei ritmi di vita, sostenuta anche dalle recenti innovazioni tecnologiche. Alcuni soggetti appartenenti a queste società sottoposti ad un test di “Personalità temporale” dimostrano di sperimentare un senso di ansia, di disorientamento e di pressione temporale.
Le culture lente, invece, sono caratterizzate da un modesto grado di industrializzazione, da povertà, da condizione climatiche calde, dall’orientamento alla collettività e all’armonia e da una limitata densità di popolazione. Esse hanno una prospettiva temporale orientata al presente, senza l’esigenza di una programmazione anticipata che comprenda un ampio arco temporale. Nelle culture lente, la modesta suddivisione dei lavori e la limitata specializzazione del tempo consentono la compresenza di diverse attività svolte nel medesimo tempo.
Di conseguenza ogni soggetto è portatore, a volte inconsapevole, di uno specifico ritmo personale che dà per scontato sia uguale a quello degli altri. Di regola, le cose non avvengono in questo modo, e l’interazione con soggetti che hanno ritmi biologici e psicologici notevolmente differenti può generare incomprensioni, sfasamenti.
Ad esempio, nelle culture veloci i turni di parola nella conversazione sono rapidi, efficienti, con pause limitate. Invece, nelle culture lente le persone trovano offensivo affrettare la conversazione e fra uno scambio e l’altro amano rispettare lunghe pause e silenzi. Ma anche all’interno della medesima cultura, individui diversi hanno spesso ritmi circadiani differenti, dal ciclo sonno-veglia, alla velocità o lentezza di assunzione del cibo, dell’attività sessuale, della lettura, del camminare.
Tale condizione è alla base di incomprensione, di frustrazione e di delusione reciproca, che frequentemente sfociano in contrasti e conflitti.
Il ritmo personale costituisce la sintesi fra gli orologi biologici, oscillatori interni, e gli aspetti culturali, ritmi sociali. Il benessere prevede la loro coerenza e la loro sincronizzazione. Gli sfasamenti ritmici sollecitati dalla società contemporanea, come il jet-lag (accelerazione dei ritmi circadiani nei voli aerei verso oriente o la loro decelerazione nei voli aerei verso occidente) o come i turni di lavoro, possono produrre disturbi del sonno, affaticamento e malessere generale.
Questo fenomeno pone in evidenza che il trascinamento dei ritmi interni da parte di quelli esterni può avvenire soltanto entro certi limiti.
L’essere umano rimane una specie diurna, anche se alcuni prevedono la possibilità che in futuro la specie umana si trasformi in specie incessante.

Tratto dal volume Psicologia generale L.Anolli, P.Legrenzi, IL Mulino, 2003, manuale di base consigliato a chi ha interesse a conoscere la psicologia secondo i suoi fondamenti scientifici.

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