venerdì 25 luglio 2008

Tom Sawyer e il lavoro. La sottile arte della ristrutturazione!

Noi e il mondo. Noi e la vita. Una relazione spesso conflittuale. Quante volte ci troviamo a pensare che il mondo non è proprio come dovrebbe essere, che la vita è ingiusta, noi meriteremmo di più e meglio, gli altri non capiscono, ci hanno fraintesi, il nostro capo è una capra…
Se noi potessimo fare le cose come vogliamo noi, allora sì, il mondo andrebbe meglio. Dovunque: sul lavoro, nella nostra famiglia, i vicini, persino la nostra amica – quella splendida persona, in gambissima, eccezionale, che adoriamo – eppure anche lei fa sempre i soliti errori e non capisce, se solo ci ascoltasse un po’ di più sarebbe così semplice, potrebbe avere tanto di più…

Noi faremmo meglio. In un delirio di onnipotenza che ci coinvolge più o meno tutti, noi abbiamo un quadro della situazione chiaro, lineare, cristallino, soprattutto per quanto riguarda la vita degli altri. Nella nostra vita, quando le cose non vanno ed accettarle diventa impossibile (la realtà cozza troppa con la nostra consapevolezza di come le cose dovrebbero essere, per essere giuste), allora cerchiamo di cambiare: le persone, gli eventi, le cose. E in questo infinito tentativo di cambiare le cose, forse per lasciare un segno nel mondo, ci rendiamo conto che cambiare il fuori è un’impresa improba (se mai possibile) e certo non duratura. Tutte le cose ruotano e la staticità – anche se ci illudiamo di trovarla deterministicamente nelle cose e nelle persone – proprio non è di questo mondo.

Ignoriamo forse la via più semplice. Che non è l’indifferenza, la rassegnazione, la depressione in cui cadiamo spesso quando ci rendiamo conto che il mondo e le persone non sono lì per essere cambiate da noi. No. A parte l’illusione (o velleità, o aspirazione) al cambiamento del mondo, e la depressione, c’è una terza via, che è quella di cambiare noi stessi. E’ l’essenza stessa delle filosofie orientali e forse anche di quelle occidentali (alcune, per lo meno). Maturare la consapevolezza che la vita è un fiume che scorre e noi possiamo goderci l’avventura su quella nostra piccola zattera, piccole monadi in un mondo che spesso non capiamo (ma dobbiamo farlo?) e talora non riusciamo proprio ad amare, se solo ci lasciamo guidare dall’acqua ed assistiamo allo spettacolo, prendendo parte con la leggerezza possibilitista del saggio che accetta i limiti del suo operato (quanta fatica risparmiata nel non dover/voler cambiare il mondo!) e che le persone vanno amate anche con tutti i loro difetti.

Mi sembra che questo concetto sia espresso in maniera chiarissima in una citazione di Twain riportata in un libro vecchio eppure giovanissimo (e ancora disponibile in commercio), scritto da tre grandi protagonisti del mitico Mental Research Institute di Palo Alto, Watzlawick, Weakland e Fish. Buona lettura.

«È sabato pomeriggio, vacanza per tutti tranne che per Tom Sawyer che per punizione deve imbiancare trenta jarde di steccato, alto nove piedi. La vita gli sembra vuota e l’esistenza solo un pesante fardello. Non è però il lavoro che trova insopportabile, soprattutto lo tormenta l’idea che i suoi compagni gli passeranno accanto e lo prenderanno in giro perché lui deve lavorare. Ma in questo momento buio e senza speranza, spiega Mark Twain, lo illuminò un’ispirazione. Una grande, una magnifica ispirazione. Poco dopo compare un ragazzo, proprio il ragazzo ch’egli più temeva per i suoi sarcasmi».

“Ehi, vecchio, un po’ di lavori forzati, vero?”
“Oh, sei tu, Beh? Non m’ero neppure accordo che c’eri…”
“Senti, io vado a nuotare al fiume, adesso. Non ti piacerebbe venirci anche tu? Ma forse tu preferisci lavorare, vero? Ma sicuro che lo preferisci…”
Tom fissò il ragazzo per un istante, poi chiese: “Cos’è che chiami lavorare?”
“Be’, quello che fai adesso, non è un lavoro?”
Tom riprese il pennello e risposte con molta indifferenza: “Be’, in un certo senso lo è, e in un certo senso non lo è. Quello che so di positivo è che a Tom Sawyer gli piace”.
“Che storia vuoi darmi da bere? Forse che ti diverti a fare l’imbianchino?”.
Il pennello continuò imperterrito.
“Se mi diverto? Be’, non riesco a capire perché non dovrei divertirmi. Forse che uno steccato da imbiancare lo trovano tutti, ogni giorno?”
L’osservazione presentava il lavoro in una nuova visuale. Ben smise di mordicchiare la mela. Tom passò con estrema cura il pennello in su e in giù, poi si ritrasse a osservare l’effetto, diede un colpetto qui, un colpetto là, ma non pareva ancora soddisfatto. Ben osservava ogni movimento, e si interessava sempre più, si sentiva sempre più attratto da quel lavoro. Improvvisamente disse: “Senti, Tom, lasciami imbiancare un poco anche a me”.

Fonte:
Paul Watzlawick, John H. Weakland, Richard Fisch, Change. Sulla formazione e la soluzione dei problemi, Astrolabio, 1974
Mark Twain, Tom Sawyer Huckelberry Finn, Einaudi, Torino, 1963

1 commento:

Unknown ha detto...

Ciao a tutti, sono Linda Harry, Stati Uniti, mi è stata diagnosticata la malattia di Parkinson per oltre 6 anni, il che mi ha fatto perdere il mio lavoro e il mio rapporto con il mio fidanzato dopo aver scoperto che avevo il Parkinson, si è allontanato da me e ho provato tutto il mio meglio per farlo rimanere, ma mi ha trascurato fino a quando un mio amico dal Regno Unito non mi ha detto grande guaritore, che mi ripristinerà la vita con la sua potente medicina a base di erbe curative. poi mi ha inviato il suo indirizzo e-mail per contattarlo- drimolaherbalmademedicine@gmail.com. e l'ho contattato rapidamente, e ha detto che la mia condizione può essere risolta, che tratterà immediatamente la malattia solo se posso accettare la fiducia su di lui e accettare i suoi termini e condizioni, ho concordato perché avevo così tanto bisogno di aiuto da parte di tutti significa, quindi ho fatto tutto quello che mi ha ordinato di fare. E sorprendentemente dopo due settimane, mi ha inviato un messaggio, che avrei dovuto correre in ospedale per un controllo, cosa che ho fatto davvero, confermo dal mio medico che sono ora (PARKINSON NEGATIVA) i miei occhi pieni di lacrime e gioia, piangendo pesantemente perché davvero la malattia mi ha privato di molte cose della mia vita, questo è un miracolo, il dr imoloa usa anche la sua potente medicina erboristica per curare le seguenti malattie: lupus, ulcera alla bocca, cancro alla bocca, dolore corporeo, febbre, epatite ABC , Sifilide, diarrea, HIV / AIDS, malattia di Huntington, acne alla schiena, insufficienza renale cronica, malattia addison, dolore cronico, morbo di Crohn, fibrosi cistica, fibromialgia, malattia infiammatoria intestinale, malattia fungina delle unghie, malattia di Lyme, malattia di Celia, linfoma, maggiore Depressione, melanoma maligno, mania, meloreostosi, malattia di Meniere, mucopolisaccaridosi, sclerosi multipla, distrofia muscolare, artrite reumatoide, morbo di Alzheimer, parco malattia isonica, cancro vaginale, epilessia, disturbi d'ansia, malattia autoimmune, mal di schiena, distorsione alla schiena, disturbo bipolare, tumore cerebrale, maligno, bruxismo, bulimia, malattia del disco cervicale, malattie cardiovascolari, neoplasie, malattie respiratorie croniche, disturbi mentali e comportamentali, Fibrosi cistica, ipertensione, diabete, asma, artrite autoimmune mediata infiammatoria. malattia renale cronica, malattia infiammatoria articolare, impotenza, spettro dell'alcool feta, disturbo distimico, eczema, tubercolosi, sindrome da affaticamento cronico, costipazione, malattia infiammatoria intestinale, cancro alle ossa, cancro ai polmoni. contattalo su email- drimolaherbalmademedicine@gmail.com. e anche su whatssap- +2347081986098