giovedì 3 aprile 2008

Quanto più in fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.

Allora una donna domandò: Parlaci della Gioia e del Dolore.
Ed egli rispose:
La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera.
E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, sovente fu colmo di lacrime.
Come può essere altrimenti?

Quanto più in fondo vi scava il dolore, tanta più gioia voi potrete contenere.
La coppa che contiene il vostro vino non è la stessa bruciata al forno del vasaio?
E non è forse il liuto che accarezza il vostro spirito, il legno svuotato dal coltello?

Quando siete contenti, guardate in fondo al cuore e saprete che ieri avete sofferto per quello che oggi vi rende felici.
E quando siete tristi, guardatevi il cuore e v’accorgerete di piangere per quello che ieri fu il vostro diletto.
Tra voi, alcuni dicono: “La gioia è più grande del dolore”, e dicono altri “Il dolore è più grande”.
Ma io vi dico che sono inseparabili.
Essi giungono insieme, e se l’una vi siede accanto alla mensa, ricordatevi che l’altro sul vostro letto dorme.

In verità siete bilance che oscillano tra la gioia e il dolore.
Soltanto quando siete vuoti, voi siete equilibrati e fermi.
Se per pesare l’oro e l’argento vi solleva il tesoriere, gioia e dolore dovranno a turno alzarsi o ricadere.

Gibral Kahlil Gibran, Il Profeta, Ugo Guanda Editore, 1981

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